Il bello del calcio
Quando finisce la carriera di un giocatore, quando esce di scena e tutti si alzano in piedi ad applaudirlo, quando scendono le lacrime, quando si respira quel grazie reciproco. Quando te tifoso, dimentichi tutti i gol sbagliati a porta vuota che anche un bambino avrebbe saputo realizzare, i calci d’angolo al 90’ battuti male, i rigori sul palo. Quando tutto svanisce e rimane solo quel ragazzo, li in mezzo al campo, che cerca di trattenere le lacrime ma non sempre ci riesce. È la consapevolezza che saranno gli ultimi attimi sotto agli occhi di quei tifosi che per anni ti hanno elogiato, sgridato, raccontato ad amici e nipoti. Ti hanno difeso durante i classici lunedì mattina al bar, ti hanno dato 10 in pagella quando meritavi un 5 e ti hanno dato un 5 quando in realtà ti saresti meritato un 10.
Quell’applauso finale metta da parte tutto. Ci sei solo te, che hai corso km, che hai sudato maglie su maglie, che hai lottato ogni maledetta domenica, e se la partita non andava bene rientravi negli spogliatoi e ti mettevi li seduto da una parte a pensare che forse avresti potuto fare di più.
Quando sei spettatore di quell’ultimo applauso, stai assistendo alla cosa più bella del calcio, dove calciatore e tifoso stanno sulla stessa barca dove ti rendi conto di aver pianto di gioia e di rabbia proprio come lui, quel ragazzotto che per l’ultima volta esce di scena, questa volta però con gli occhi lucidi d’amore per quello che per lui e per te è il gioco più bello al mondo.
Agnese de la Ville